Diplomazia rottamata? Una politica estera efficace parte dalle risorse della Farnesina

Negli ultimi anni, la Farnesina non ha saputo resistere all'invadenza dei partiti politici, ma senza una buona gestione delle risorse umane e finanziarie non può esservi una diplomazia efficace.

diplomazia ministero farnesinaNegli ultimi anni la diplomazia italiana non ha saputo fare da filtro alla pressione dei partiti, soprattutto nella gestione delle risorse umane. Una politica estera efficace parte dalle risorse della Farnesina.

Diplomazia rottamata?

Qualche giorno fa, Diplomazia italiana aveva commentato le dimissioni del Direttore Generale degli Affari Politici della Farnesina. L’ipotesi era che queste non fossero un polemico atto isolato, ma la spia di un disagio più profondo e generalizzato.

In questa linea vanno le considerazioni di Claudio Cerasa su Il Foglio. Cerasa esamina lo spoil system di Matteo Renzi: una politicizzazione della pubblica amministrazione che ha travolto meriti, professionalità ed esperienza. E cita la diplomazia fra le carriere dello Stato sulle quali questa politica si è abbattuta con più aggressività.

Cerasa conclude che sarà difficile rimediare alle distorsioni dello spoil system renziano sui gangli vitali dello Stato.

L’analisi di Cerasa appare realistica. A differenza di quanto avveniva in passato, negli ultimi anni la diplomazia non ha fatto da filtro alla pressione dei partiti. Questo è particolarmente vero per quanto concerne la gestione delle risorse umane.

Non si intende negare il primato della politica. Ma la Carriera diplomatica rappresenta la Repubblica. Di conseguenza essa doveva salvaguardare e, in prospettiva, rivitalizzare il suo ruolo di difensore dell’interesse nazionale. 

La diplomazia ha la sua ragion d’essere nell’offrire al Governo opzioni di politica estera e curarne l’applicazione. Per questo deve calibrare la politica delle risorse umane, assegnando gli incarichi in maniera ottimale. Non sulla base del colore politico, vero o presunto che sia.

Purtroppo la politicizzazione degli incarichi ha inciso negativamente sulla Farnesina e sulle sue risorse umane e finanziarie. Come era prevedibile, ciò si è riverberato sulla politica estera italiana, con gli smacchi che già in passato sono qui stati evidenziati.

È auspicabile che la nuova fase politica italiana restituisca vigore alla nostra politica estera. Il punto di partenza dovrebbe essere la rielaborazione delle nostre strategie, basandole sull’interesse nazionale. Ciò permetterebbe di rivisitare in profondità la struttura e il modus operandi della Farnesina, la cui disfunzionalità ha condotto l’Italia a tanti insuccessi.

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