Pd, parola d’ordine: punire l’Ungheria

Nel Pd è scattata una scomposta gara per strillare all'allarme democrazia in Ungheria. Fra i nipotini di coloro che nel 1956 plaudirono all'invasione sovietica, si distingue Lia Quartapelle, per cui occorre negare agli ungheresi gli aiuti europei contro il coronavirus.

Secondo l’esponente Pd Lia Quartapelle, già responsabile per l’Africa dell’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI), serve una punizione esemplare per il parlamento ungherese, colpevole di aver votato i pieni poteri a Orban: occorre negare gli aiuti europei contro il coronavirus all’Ungheria.Quartapelle Orban

Si era partiti con un reportage dell’inviato di Repubblica Andrea Tarquini, che raccontava di una democrazia sotto attacco. “Col pretesto della lotta all’emergenza coronavirus”, lanciava la campagna il quotidiano, “da oggi in Ungheria democrazia, libertà d’informazione, istituzioni e valori dello Stato di diritto definiti dai Trattati europei sono sospesi“.

In Ungheria si governa “per decreto”, ricorda qualcosa?

Con voto a maggioranza il parlamento ungherese ha attribuito al premier poteri “eccezionali rinnovabili senza limite”. Da ora in poi, Orban potrà governare per decreto. Un po’ come si fa qui in Italia.

Inoltre, il premier potrà chiudere “a sua discrezione il parlamento”. Potrà accettare “solo informazioni di fonti ufficiali sulla pandemia”. Chi diffonderà “fake news – cioè potenzialmente anche critiche alla gestione dell’allarme sanitario e al disastroso stato della sanità pubblica o ad altre decisioni del potere  – potrà essere condannato (…) fino a 5 anni di prigione”.

La decisione del parlamento ungherese è stata naturalmente “criticata da opposizioni, Ong, osservatori europei ed esperti di diritti umani come un golpe bianco“. Dal canto suo, l’alto commissariato Onu per i diritti umani “ha espresso la sua più allarmata preoccupazione”. Il Consiglio d’Europa ha ammonito che “uno stato d’emergenza illimitato e incondizionato non può garantire il rispetto di regole e valori della democrazia”.

Cottarelli rievoca gli anni di piombo

Non volendo mancare all’appello, si indigna su Twitter anche il nostro Carlo Cottarelli: “Orban ottiene i pieni poteri in Ungheria. L’Italia sconfisse brigate rosse e terrorismo nero negli anni ’70 e ’80 restando un paese democratico. L’Italia batterà il coronavirus restando un paese democratico.”

La celebre piattaforma social limita il numero di caratteri, altrimenti Cottarelli avrebbe potuto spiegare che in Ungheria i poteri straordinari a Orban li ha attribuiti un voto del parlamento. Nella democratica Italia che ha sconfitto gli anni di piombo, il governo Conte bis quegli stessi poteri se li è attribuiti da solo.

Mandate di nuovo i carri armati a Budapest

Mentre il Pd già invoca il cordone sanitario permanente anti-Orban, la deputata Pd Alessia Morani preme per un intervento deciso dell’Ue: “La svolta autoritaria in Ungheria non può essere tollerata dall’Unione europea” – dichiara urbi et orbi la pasionaria televisiva – “si intervenga immediatamente per impedire questo scempio della democrazia”.

Non si capisce bene come dovrebbe intervenire l’Ue, ma d’altra parte non lo spiega nemmeno l’ineffabile Laura Boldrini: “Orban col pretesto dell’emergenza sanitaria assume i pieni poteri e inizia a trasformare l’Ungheria in dittatura. Misure di enorme gravità su cui l’Ue deve subito prendere seri provvedimenti.”

Budapest, 1956: l’ignobile plauso dei padri nobili del Pd

In questa pavloviana e scomposta rincorsa a chi la spara più grossa, contribuisce a elevare il livello del dibattito Lia Quartapelle, deputata Pd in commissione Esteri. Ringhiare al solo sentire il termine “Ungheria” deve essere un istinto dei comunisti e della loro progenie.

Lia però è più giovane, quindi ha meno impresse nel cuore le immagini nostalgiche dei carri armati sovietici nelle strade di Budapest nel 1956, che suscitarono l’ignobile plauso di tanti padri nobili del Pd. Lei, “esperta di relazioni internazionali”, sa bene dove e come colpire: in fondo siamo in piena epidemia coronavirus, con morti e malati. Perché non approfittarne?

Quartapelle: negare all’Ungheria gli aiuti europei per il coronavirus

“L’Europa agisca per difendere la democrazia. Siamo una comunità che si riconosce nello stato di diritto e nella libertà. Con questa decisione Orban si chiama fuori.” Ed ecco la carta vincente: “No ad aiuti europei all’Ungheria contro il coronavirus.”

Insomma, Quartapelle non perdona. Detto così sembra un proverbio. Ma non si può non ricordare che, fra lo sconcerto dei diplomatici, nel 2014 il nome della Quartapelle era emerso a sorpresa addirittura in prima fila come possibile successore della Mogherini agli Esteri. Poi la cosa era sfumata perché lei, nonostante il suo master in economia e la sua attività all’Ispi, era stata ahimè giudicata “un peso piuma.

Quartapelle, il peso piuma che si vorrebbe falco

Adesso, forse per smentire quella reputazione di leggerezza, la Quartapelle si scaglia con tutto il suo peso contro l’Ungheria. Non essendo di certo un’aquila, prova a reinventarsi falco. Di qui quella frase spietata, l’idea di negare gli aiuti per sconfiggere l’epidemia a un popolo europeo, nostro vicino. Buon sangue non mente.

Ma siamo certi che questo non possa essere il vero volto di Lia Quartapelle, così sensibile alle dinamiche dello sviluppo da non accorgersi che – almeno a giudicare dall’attuale situazione – un giorno potrebbe essere proprio l’Italia a dover chiedere aiuto all’Ungheria.

 

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