Immigrazione, le Ong continuano ad imporsi sull’Italia

L’esecutivo dimissionario Gentiloni-Alfano-Minniti regala in extremis all'Italia un altro prezioso dono: 105 migranti, di cui in base al diritto internazionale non spettava al nostro Paese farsi carico. Se non bastasse, l'Italia si prende anche una ramanzina della Commissione Europea su come gestire le crisi dei migranti.

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immigrazione aquarius
La nave Aquarius con i 105 immigrati salvati nel Mediterraneo che attendono di sbarcare in Italia.
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La nave Aquarius con i 105 immigrati salvati nel Mediterraneo che attendono di sbarcare in Italia.

Immigrazione, la nave Acquarius in arrivo a Catania con 105 migranti “salvati”. Ancora una Ong che si impone sull’Italia.

Immigrazione, un’altra Ong “salva” migranti in mare

Il 6 maggio scorso il veliero battente bandiera britannica Astral della Ong Proactiva Open Arms (già indagata a Catania per gravi reati, quali associazione a delinquere, violazione delle norme in materia di immigrazione, ecc.), con a bordo il deputato della Lista Bonino Riccardo Magi, “salva” 105 migranti nelle acque libiche.

In base al diritto internazionale, il coordinamento del salvataggio sarebbe spettato alle autorità britanniche (Stato di bandiera della nave interessata dal salvataggio).

Tuttavia queste ultime non hanno comunicato al Comandante della Astral il “porto sicuro” dove approdare, nonostante le sollecitazioni dell’Ong e della Guardia costiera italiana.

Il 7 maggio, di fronte all’inerzia dei britannici e al peggioramento delle condizioni di salute di alcuni immigrati, la Guardia costiera italiana ne ha autorizzato il trasbordo su un’altra nave, la Acquarius della Ong Sos Mediterranée, anch’essa battente bandiera britannica.

A questo punto, le autorità britanniche hanno scorrettamente sostenuto che fosse ormai responsabilità dell’Italia coordinare l’azione di salvataggio.

Le Ong continuano ad imporre la loro volontà all’Italia

Dal canto loro, le autorità italiane hanno cercato flebilmente di convincere quelle britanniche delle loro reponsabilità.

In particolare, hanno correttamente sostenuto che sulla base del diritto internazionale nulla è cambiato a seguito dell’autorizzazione al trasbordo concessa a fini umanitari e che dunque, sono sempre gli inglesi che se ne devono fare carico ai sensi delle regole Sar.

Ma di fronte alla perdurante inazione delle autorità britanniche, che continuano ad astenersi dal comunicare al Comandante della Acquarius il “porto sicuro di sbarco” (che avrebbe dovuto essere Malta), così come previsto dalla convenzioni internazionali, nel pomeriggio di ieri 8 maggio, quasi allo scadere del terzo giorno di crisi dallo scoppio della vicenda, la Guardia costiera italiana, d’intesa con i ministeri degli Esteri e dell’Interno, autorizza lo sbarco dei profughi in un porto italiano, indicando quello di Catania.

La nave Aquarius, dunque, con a bordo i 105 migranti soccorsi si sta dirigendo ora verso il capoluogo etneo, con arrivo stimato per la mattinata di giovedì, dove ci consegnerà i 105 migranti nonostante non fosse di nostra competenza.

L’Ue bacchetta, l’Italia non batte ciglio

Se non bastasse il dono dei 105 migranti, la portavoce della Commissione, Natasha Bertaud, ieri sera stigmatizza come “increscioso” il comportamento dell’Italia e della Gran Bretagna nel ritardo del trasferimento dei migranti, senza distinguere le chiaramente divere responsabilità dei due Stati nella vicenda.

Ovviamente, non risulta nessuna puntualizzazione da parte italiana alle affermazioni della Commissione. Ossia “cornuti e mazziati” come da tradizionale espressione cara ai nostri avi. 

L’Italia dunque si trova a farsi carico adesso di altri 105 migranti senza che ne avessenessun obbligo internazionale.

Tra l’altro, riceve pure gli scappellotti della Commissione, sempre zelante ad additare i “cattivi” in materia di migrazione. 

Questa vicenda dimostra una volta di più l’inconsistenza della azione di politica estera del Governo Gentiloni, incapace di tutelare il nostro paese sia sul piano politico che giuridico in campo internazionale.

Ribadiamo in questo frangente la forte necessità che si insedi al più presto un governo politico, espressione del voto popolare dello scorso 4 marzo, che possa restituire dignità e autorevolezza al nostro Paese sullo scacchiere mondiale, ponendo in primo piano la tutela degli interessi nazionali.


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