La solidarietà europea e internazionale ai tempi del coronavirus: chi ha requisito le mascherine italiane?

“Denunceremo in tutte le sedi internazionale competenti i Paesi che si macchieranno della pratica ignobile di requisire mascherine destinate a stati in difficoltà come l’Italia”, ha dichiarato ieri Luigi Di Maio.

Solidarietà Europea Coronavirus

Una denuncia grave, quella del nostro Ministro degli Esteri, basata su informazioni precise e circostanziate, che però faticano a filtrare, causa una stampa che quotidianamente racconta ai suoi lettori la favola rassicurante della solidarietà internazionale. “E’ inaccettabile che materiale medico venga fermato per strada. Non è accettabile che quanto stanno importando le nostre aziende si blocchi nelle dogane di altri Stati e venga requisito, noi siamo stati un Paese solidale che ha aiutato tutti”. Queste le dure parole del titolare della Farnesina, che da sole disegnano un quadro disarmante, ma purtroppo realistico, della cosiddetta solidarietà europea e internazionale ai tempi del coronavirus.

In Italia ormai scarseggiano le mascherine

Solo un’azienda in Italia dispone della certificazione internazionale necessaria per produrre mascherine Fpp2 e Fpp3 e negli ultimi giorni le imprese all’estero con cui il nostro paese aveva siglato dei contratti per l’acquisto dei dispositivi si sono viste requisire i prodotti dai loro paesi o, in alcuni casi, anche dalle nazioni per le quali sono transitati. Il governatore del Veneto, Luca Zaia, ha detto: “Siamo pronti a produrre mascherine sanitarie in proprio ma ci serve un’autorizzazione che spero sia all’interno del Decreto che verrà approvato dal governo”.  La crisi delle mascherine per Zaia è dovuta anche al fatto che non ce ne sono e anche quando vengono ordinate “lungo il viaggio diminuiscono perché gli scatoloni, che a volte arrivano vuoti, passano per altri Paesi che ne hanno necessità”.

Ne servono 90 milioni al mese

Esistono aziende italiane che producono mascherine ma ce n’è una sola che al momento ha la certificazione per produrre quelle più richieste, le Fpp2 e le Fpp3. Il commissario Domenico Arcuri potrebbe cercare di aumentare la produzione riconvertendo alcune linee, ma al momento la possibilità per ottenere i dispositivi nel più breve tempo possibile resta solo quella del mercato internazionale. Il Commissario Angelo Borrelli ha spiegato che “il fabbisogno mensile in Italia è di circa 90 milioni di mascherine. Sono stati effettuati contratti per oltre 55 milioni e al momento ne sono state consegnate più di 5 milioni. Ciò che si sta verificando in tutto il mondo è una chiusura delle frontiere all’esportazione”.

Chi ha bloccato le mascherine?

“Ci sono mascherine acquistate da aziende italiane – ha dichiarato il Ministro degli Esteri Di Maio – che sono bloccate alla frontiera di alcuni altri Paesi, i quali stanno provando anche a requisirle per impiegarle a uso interno”. Ma chi sono? Tra i paesi che avrebbero in varia misura ostacolato l’arrivo in Italia delle mascherine vi sarebbero gli europei Germania, Francia, Romania, ma anche India e Russia. Tutti mercati nei quali i fornitori italiani avevano recuperato mascherine Fpp2 e Fpp3 ma poi hanno chiuso all’esportazione. Il risultato è di 19 milioni di mascherine bloccate all’estero, e in alcuni casi addirittura sequestrate dai paesi in cui sono transitati i prodotti.

Telefonate di fuoco per sbloccare gli ordini

Dopo ore concitate e diverse telefonate tra le cancellerie, il ministro degli Esteri Luigi di Maio ha potuto finalmente annunciare che Germania e Francia hanno “sbloccato l’esportazione di mascherine, tute e schermi facciali” verso l’Italia – un milione di quelle già acquistate dai fornitori italiani arriveranno da Berlino – e che dalla Cina sono in arrivo altri 5 milioni di pezzi oltre a 150 respiratori. Ma il titolare della Farnesina ha anche criticato fortemente l’atteggiamento inaccettabile di chi ha bloccato i materiali alle frontiere.

 

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